In senso lato, ogni tipo di intervento chirurgico che viene ad esser eseguito sulla mammella, è da considerarsi come mastoplastica. Quindi, per definizione, la mastoplastica deve essere vista e considerata come un vero e proprio intervento chirurgico che vede coinvolto il seno femminile e che potrà essere effettuato per ragioni varie e che potranno, perciò, essere tanto sanitarie quanto estetiche.
Per questa ragione, vi è una mastoplastica additiva, come pure una mastoplastica riduttiva. Seppure in forma sintetica, vediamo quali sono gli obiettivi che possono essere conseguiti attraverso queste due diverse tipologie di intervento chirurgico.
Mastoplastica additiva
Di norma, la mastoplastica additiva è una tipologia di intervento estetico che prevede che alla paziente vengano ad essere inserite delle protesi mammarie molli, le quali risultato essere formate da un involucro realizzato in silicone che sarà riempito con del gel sempre di silicone. In determinati casi, il chirurgo che interviene per eseguire una mastoplastica additiva, potrà optare o per delle protesi risultanti riempite con una soluzione salina oppure potrà utilizzare altri materiali.
Oggigiorno, per una mastoplastica additiva, oltre che essere disponibili le classiche protesi dalla semisferica forma, ve ne sono alcune anatomiche, le quali si presentano con una forma che può essere considerata similare a quella di un terzo di un uovo.
Mastoplastica riduttiva
Se la mastoplastica additiva ha l’obiettivo di far aumentare il volume di un seno femminile, invece, la mastoplastica riduttiva si pone come obiettivo quello contrario. Difatti, la mastoplastica riduttiva rientra in quella tipologia di interventi estetici realizzati per andare a ridurre un eccessivo volume del seno di una donna. È una tipologia di intervento chirurgico, quindi, in grado di poter risolvere, ad esempio, quei problemi alla colonna vertebrale nati a causa di un eccessivo peso del seno.
Di solito, a seguito di una mastoplastica riduttiva, la paziente avrà delle cicatrici che sono simili ad una T rovesciata. Invece, quando vi è una riduzione limitata, si parlerà di una cicatrice periareolare, visto che, in questo caso, il chirurgo andrà ad intervenire operando presso l’areola mammaria. Ovviamente, come considerazione generale, è da ricordare che la più visibilità o meno di una cicatrice a seguito di una mastoplastica riduttiva, è strettamente correlata a quella che risulterà essere l’entità stessa della riduzione.
In conclusione, si ricorda che si potrà, invece, parlare di mastopessia, in tutti quei casi che vengono ad essere tecnicamente chiamati di ptosi, ovvero quando il volume del seno risulta essere o troppo rilassato, oppure troppo cadente, un intervento che viene ad essere associato ad una mastoplastica additiva.…